Ho contattato Velia Lalli, la prima donna tra gli stand-up comedian, per la rubrica sul Natale di atuttosmile e siccome abbiamo avuto una bella intesa, già dal primo incontro, mi ha detto tranquillamente che mi avrebbe risposto appena l’Oki avrebbe fatto effetto sul suo mal di testa. Le ho risposto che intanto mi sarei asciugata i capelli. Siamo donne prima di tutto. Dopo che le ho stilato la lista, tutta “jingle bells”, delle domande mi è sorto, però, un dubbio e gliel’ho chiesto, <<Ma ora che ci penso, Velia, tu come sei messa col Natale?>>. Quando mi ha girato le risposte mi ha avvertita che ha necessariamente stravolto l’ordine e noi le pubblichiamo esattamente come le ha inviate, in tutta la sua irriverenza.

Ma ora che ci penso, come sei messa col Natale?
Iniziamo da questa, che è la madre di tutte le altre domande!
Ho attraversato varie fasi: da bambina lo adoravo, lo aspettavo con ansia. Da adolescente un po’ meno, ma almeno non si andava a scuola. Durante l’università c’era l’angoscia della sessione di esami a gennaio. Dai 30 in poi è iniziato il calvario di “quando ti sposi?”, ed ero single. Ho pensato varie volte di assoldare qualcuno per fare il figurante fidanzato, ma gli amici erano già presi per fare i fidanzati modello delle loro ragazze. Insomma già ricattati, sessualmente, per fingere. Poi, finalmente, sono arrivati i nipoti e l’attenzione è stata messa su di loro. La poesia di Natale dei bambini ha preso il posto dei miei monologhi carichi di cinismo e livore sull’inutilità di una festa commerciale.

E così veniamo alla domanda seguente: Cucinerai?
No. Non amo cucinare. Ma adoro le cene a base di pesce. E la vigilia, in questo, è perfetta. Ho parenti credenti che amano rispettare la tradizione: cioè abbuffarsi di fritti di verdure e pesce di ottima qualità.

Gli Addobbi?
Gli addobbi mi piacciono. Specialmente da quando sono diventata gattara. E’ bello vedere i gatti che distruggono l’albero. Lo fanno chiaramente con un piglio anticonformista e anticlericale!

Una tradizione di casa tua che ami?
Le grandi tradizioni del Natale sono fritto misto e depressione. E anche a me piace rispettarle. Da qualche anno, a casa mia, abbiamo dato il via ad una tradizione particolare: la tombola del 6 gennaio con tutti gli amici. E’ una tombola rivisitata, in cui viene aggiornata costantemente la smorfia. Il banditore estrae il numero e lo associa ad un nuovo concetto. Ricordo l’anno in cui venne coniato: “33, il nulla!” o quando proposi: “69, la speranza”.

Un ricordo bello o divertente legato al natale?
Gli anni in cui cantavo in un coro, 30 ragazzi appassionati di musica da camera, classica, antica: Pier Luigi da Palestrina, Monteverdi, Scarlatti. Ogni 24 dicembre cantavamo la messa in una splendida chiesa barocca di Roma, dopo il cenone con le rispettive famiglie. C’era dal tenore ubriaco che cantava “Adeste fideles” come se fosse “fatece largo che passamo noi”, al basso che emetteva note gravi molto simili a suoni tipici della fase digestiva.

Come passerai il Natale e il Capodanno?
Con la famiglia, ignorando tutti i messaggi di auguri, i meme a tema, le frasi fatte corredate di iconcine di Babbo Natale. Risponderò solo agli auguri per l’anno nuovo: “Buon anno. Spero che rimarrai lo stronzo di sempre”.

Impegni lavorativi?
Il 23 dicembre, a “Le Mura” di Roma, farò una serata dedicata alle feste che si chiama “Comedy Gift”, il primo “Comedy store” natalizio. Il regalo di Natale perfetto non esiste. O forse sì. Vi regalerò monologhi live a richiesta, dal mio repertorio ed improvvisazioni. Sarete voi a scegliere l’argomento più adatto per farvi un regalo o per farlo ai vostri accompagnatori: politica, sesso, religione, femminismo, scienza, gender, invalidità… Sono pronta a tutto, pur di farvi felici. Pronta a porgervi monologhi generosamente come si porge un pasto caldo a un clochard. In seguito, vi verrà consegnata la registrazione audio per poterla riascoltare durante le feste. Altro che Mariah Carrey. Un Natale diverso si può fare. Fanculo Michael Bublé.

Con l’anno nuovo, riprenderò il tour del mio ultimo spettacolo di stand up comedy “Una donna senza qualità”: partirò il 30 gennaio da Milano al Serraglio e poi sarò in Sicilia, Calabria, Puglia. Riprenderò anche le collaborazioni con Comedy Central, ma soprattutto dei progetti di scrittura, di cui avrete relativamente presto notizie.

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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