La laurea per la maggior parte degli studenti è un ascensore sociale, a volte però può rappresentare la rivincita di un grande artista nei confronti del mondo culturale che l’ha sempre sottovalutato, vedi il caso di Totò. Antonio de Curtis ad aprile è stato insignito della laurea honoris causa alla memoria dall’Università Federico II di Napoli. A cinquant’anni dalla morte ha ricevuto finalmente la consacrazione da parte del mondo accademico che in vita gli era stata negata. Un’altra grande icona popolare ha ricevuto in questi giorni il titolo di dottoressa, Patti Smith, insignita del titolo di dottoressa in Lettere classiche e moderne dall’università di Parma, il primo ateneo europeo a concedere la laurea all’artista americana.
L’istituzione della laurea ad honorem dà grande emozione al neolaureato ma anche prestigio all’università che rilascia il titolo. Sono molti infatti gli artisti che possono fregiarsi del titolo di dottore, alcuni totalmente inaspettati.
Luciano Ligabue può aggiungere al suo già variegato curriculum, di cantante, regista e scrittore, quello di dottore. Nel 2004 infatti ha ricevuto presso la Facoltà di Teramo la laurea honoris causa in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo. Probabilmente adesso il dottor Ligabue sta aspettando un riconoscimento anche in teologia, recentemente infatti la sua musica è stata oggetto di una tesi di laurea in Scienze teologiche, valsa la lode al coraggioso studente.
Altro rocker che non ti aspetti sia laureato è lo spericolato Vasco Rossi che nel 2005 si è laureato honoris causa in Scienze della comunicazione presso l’Università IULM di Milano, onorificenza conferitagli: “In quanto musicista e poeta […] protagonista di una vera rivoluzione musicale che ha anche significativi connotati sociali e relazionali.”, come si legge sul sito della facoltà. Certo se avessero visto i video postati dal cantante pochi anni dopo il conferimento forse avrebbero scelto un’altra materia.
Dal 2005 per Valentino Rossi, The doctor, non sarà più solo un soprannome dato per gioco ma un titolo a tutti gli effetti. L’Università di Urbino Carlo Bo lo ha insignito della laurea honoris causa in Comunicazione e pubblicità per le associazioni. Esaudendo il sogno nel cassetto, di lui? No, della mamma.
I suoi programmi sono tanto attuali da essere riproposti anche a decenni di distanza, la sua conduzione resta inimitabile, indimenticata è anche quella sua allegria. Non serviva certo un titolo per attestare le grandi doti di Mike Bongiorno che nel dicembre del 2007 ha ricevuto la laurea honoris causa in Televisione, cinema e produzione multimediale dall’università IULM di Milano.
Tra rocker e motociclisti, imprevedibili dottori di questa classifica, vi è anche una regina, Rania di Giordania, che aggiunge alla laurea presa al Cairo quella ricevuta honoris causa nel 2015 in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale dall’Università La Sapienza. Il titolo conferito alla ex sovrana musulmana ha un valore umano e politico molto forte, come ha ricordato la stessa Rania nel corso della cerimonia: “Non c’è nulla di islamico in questi terroristi. Più loro invocano l’Islam per i loro atti terroristici più provocano intolleranza”. Un atto di grande coraggio e intelligenza da parte dell’ateneo romano che l’ha invitata.
Assegnazione a Papa Francesco della laurea in medicina in quanto “medico delle anime”. Fonte: Ansa. Ah ma non è Lercio! Leggendo una simile notizia viene infatti spontaneo pensare sia stata diffusa dal popolare sito satirico Lercio, invece no. Aurelio Tommasetti, rettore dell’università di Salerno, pochi mesi fa scrisse in una nota inviata al Papa: “La Scuola Medica Salernitana, che oggi rivive nel dipartimento di medicina e chirurgia dell’ateneo salernitano, intende conferire la laurea honoris causa al Santo Padre per le sue doti e capacità, universalmente riconosciute”. Tutto molto bello, se non fosse che il Pontefice ha rifiutato l’onorificenza. Con grande imbarazzo dell’ateneo e di Tommasetti.
“Un esempio di tenacia e dedizione alla cultura e allo studio”. A chi saranno riferite queste parole dell’economista e professoressa Marina Nuciari? Al divulgatore Alberto Angela? Al semiologo Umberto Eco? No, a Giorgio Chiellini, il calciatore bianconero che poche settimane fa si è laureato con 110 e lode e menzione in Business Administration. Il ministro del lavoro Poletti può finalmente tirare un sospiro di sollievo: finalmente un laureato che ha trovato lavoro giocando a calcetto…