A suon di “Meno male che non avevo una reputazione altrimenti l’avrei persa” Michele Foresta, in arte Mago Forest, è il mattatore di “Stasera tutto è possibile”. Nel programma del martedì sera di Rai due condotto da Amadeus, Forest è lo show nello show, anche a telecamere spente. Intrattiene il pubblico con qualche sketch prima della registrazione e non si risparmia nemmeno nei momenti di pausa, chiacchiera e scherza con tutti e non rifiuta mai un selfie. Prende in giro i suoi colleghi-concorrenti ma i siparietti più divertenti sono quelli con Sergio Friscia e Enzo Iachetti, anche loro ospiti quasi fissi del programma. Li mette proprio in croce, imita la risata contagiosa ma un tantino asmatica di Friscia e scommette 100 € insieme al pubblico che il buon “vecchio” Enzino non arriverà “fino a lì”, ossia a metà strada della divertente e temuta stanza inclinata. Spensieratezza e allegria fanno da padrone e a me, inviata “atuttosmile”, non resta che godermi lo spettacolo e la bella chiacchierata con il mio adorato Mago.

Anche in questa seconda edizione sei il personaggio di punta di “Stasera tutto è possibile”…
«Ma no. “Stasera tutto è possibile” è una trasmissione molto corale dove tutti sono importanti, dall’ultimo assistente di redazione fino ad Amadeus. Tu sei stata lì, e hai visto che l’atmosfera è estremamente serena, tutti fanno la loro parte in armonia, io semplicemente faccio la mia. Tutto questo credo arrivi al pubblico, sia a quello in studio che a casa, e penso sia uno dei motivi della riuscita del programma».

È più difficile essere comico o mago?
«Mah, essendo un mago comico la mia è una situazione molto comoda perché se sbaglio un gioco posso dire che sono un comico e se non faccio ridere o sbaglio battuta posso dire che sono un mago».

Se dovessi far sparire qualcuno, a chi penseresti?
«La lista è così lunga che non penso che in questa intervista ci starebbero tutti. Però visto che il mondo è grande e c’è spazio per tutti, anziché farle sparire le persone che mi stanno sulle scatole preferisco evitarle, mi sembra una buona alternativa alla sparizione».

E se dovessi ingannare veramente qualcuno?
«Ingannerei il tempo».

Tre personaggi che invece fanno parte della galleria dei tuoi eroi?
«Ah vabbè, in testa c’è mio padre, il mio supereroe. A seguire, per quanto riguarda il mio percorso lavorativo, in ordine cronologico direi Renzo Arbore perché è stato quello che mi ha dato la prima pacca sulla spalla per farmi capire che forse – e dico forse – ero sulla strada giusta, prendendomi a “Indietro Tutta”. Poi Giancarlo Bozzo, direttore artistico di Zelig, che ho incontrato quando sono arrivato a Milano, e infine la Gialappa’s Band con cui ho fatto nove anni di “Mai Dire”. Un bel filotto direi, sono stato molto fortunato».

La tua maggiore fonte d’ispirazione?
«L’ispirazione può nascere ovunque, in un negozio di ferramenta o a una mostra d’arte contemporanea, ma come diceva Bukowski: “La gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga il biglietto”. Mi nutro molto della gente. Infatti quando vengo a lavorare a Napoli sono felicissimo, mi sto divertendo tantissimo ad andare in giro nei quartieri popolari, il Rione Sanità, i Quartieri Spagnoli…».

Ecco, adesso ti avrei chiesto cosa ti piace di più di Napoli, mi hai anticipata…
«Non lo dico perché ci sto lavorando, ma secondo me Napoli è una delle città più belle del mondo, anche dal punto di vista del patrimonio artistico. Ho visitato il Museo Madre e consiglio a tutti la mostra del fotografo napoletano Mimmo Jodice. In più c’è il valore della gente. Qui ogni dieci metri incontri una persona che ti mette allegria. Per non parlare poi di quando sali su in collina, al Vomero o Posillipo, ti trovi di fronte a panorami mozzafiato unici al mondo».

Prima di diventare Mago Forest quali lavori “normali” hai fatto?
«Io sono siciliano e quando ero ragazzo lì, nelle famiglie che non navigavano nell’oro, dopo la scuola si lavorava per non pesare troppo sui genitori. Per molti anni ho fatto l’imbianchino, anzi se mi dovesse andare male come comico ho questa bella alternativa. Per chi volesse chiamarmi può scrivere a “atuttosmile” e qualche lavoretto per arrotondare lo faccio. Poi quando sono arrivato a Milano ho fatto il barista per un paio d’anni e l’animatore nei villaggi dove ho cominciato ad affinare il personaggio del mago stralunato».

…e poi sei diventato Mago Forest.
«Praticamente sì, e ormai sono anni che vivo con quest’altro me stesso, il mio alter ego che mi fa compagnia e devo dire che ci troviamo molto bene».

Mago Forest

Se dovessi produrre uno show televisivo tuo, tre artisti o colleghi che vorresti con te?
«Anche qui la lista è lunga ma dovendo scegliere ti dico Arturo Brachetti, mi piacerebbe avere la sua regia, Gene Gnocchi che mi fa molto ridere o Raoul Cremona, il mio collega mago, e anche Enzino Iachetti con cui mi sto trovando molto bene a “Stasera tutto è possibile”».

Invece un tuo show live già c’è…
«Sì, sono già in giro con uno spettacolo che si chiama Motel Forest e quando non lavoro in televisione sono in tour. Mi piace molto il rapporto con il pubblico, per chi fa questo lavoro, il comico, il cabarettista, lo scambio di energia con il pubblico dal vivo è basilare. Sarò di nuovo in giro con questo spettacolo da gennaio prossimo».

Ho avuto modo di vedere che sei sempre molto pacato, ma cos’è che ti fa incazzare o l’ultima volta che ti sei incazzato?
«Rubo una frase ad un grande napoletano che è Eduardo De Filippo: “La comicità è l’arte di nascondere l’intenzione di far ridere”. Mi piace avere un atteggiamento tranquillo e sereno per poi poter spiazzare meglio quando è il momento, questo per quanto riguarda il lavoro, nella vita di tutti i giorni non mi incazzo perché non mi piace la vita urlata, diciamo che le negatività me le lascio scorrere addosso cercando di essere sempre positivo e prendere il meglio dalle persone».

Cos’è che ti fa ridere?
«Sarebbe troppo banale dire i comici. A me, in realtà, fa ridere la gente, come ti dicevo prima è la mia fonte principale d’ispirazione. E anche in questo caso mi fa ridere la gente che non ha nessuna intenzione di far ridere. Poi leggo molto, vado al cinema… insomma rido su tante cose».

L’ultimo libro che hai letto?
«Gli ultimi due letti sono entrambi di John Niven: “Maschio, bianco, etero” e “A volte ritorno”. Mi sono piaciuti molto».

E l’ultimo film?
«“Cafè Society” di Woody Allen. Ma l’ultimo film bello che ho visto è “Indivisibili” di Edoardo De Angelis che è stato girato a Castel Volturno. Ha avuto molti riconoscimenti anche al Festival di Venezia. È un film commovente, tragico ma con risvolti anche comici perché spesso il confine tra la comicità e il dramma è molto sottile. “Indivisibili” devi vederlo per forza, è proprio bello, bello, bello».

Dopo “Stasera tutto è possibile” che progetti hai?
«Farò delle partecipazioni a “Quelli che il calcio…”, poi a dicembre ci sono le registrazioni di Zelig che quest’anno compie vent’anni e poi da gennaio inizio il tour di Motel Forest».

Ci sono già le date?
«Gran parte del calendario già c’è. Parto dalla Puglia poi Veneto, Piemonte, Romagna… Quest’anno non verrò a Napoli, speriamo nella prossima stagione».

Ma io e “atuttosmile” ti seguiremo lo stesso! Un’ultima curiosità e ci salutiamo. Il tuo rapporto con i “social”?
«Più che “social” sono “asocial”, non mi piace contare i like e gli amici. Faccio un lavoro dove mi espongo già abbastanza e per adesso non sento il bisogno di farlo anche sui social. Pubblico giusto qualche foto che faccio in giro o le date del tour. Ma un giorno mi scatenerò».

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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